EPIDEMIOLOGIA
DELLA NOTA AIFA N. 13
E
APPROPRIATEZZA
DELLA
PRESCRIZIONE DI STATINE IN M.G.
Mario Baronchelli, Giuseppe Belleri, Bartolomea Bertolotti,
Luigi Bovini, Alessandro Chiappi, Albarosa Ferrari, Erica Mutti, Mario
Multineddu, Anna Pascarella, Francesca Romana Tarranova
MMG del DSB III di Rezzato
ASL di Brescia
1-Contesto
e razionale
Da una dozzina d’anni la
prescrizione delle statine in M.G. è regolata dalla Nota AIFA (ex CUF) N. 13,
ai fini della rimborsabilità del farmaco a carico del SSN. La Nota ha subito
nel corso del tempo numerose revisioni ed aggiustamenti. Rispetto alla prima
stesura si è arrivati all’attuale, più articolata, che prevede una doppia
formulazione:
Ø Dislipidemia
familiare e ipercolesterolemia non corretta dalla diate (prevenzione primaria):
nel corso degli anni il criterio del livello di colesterolo è stato sostituito
dal calcolo del rischio cardiovascolare con il Software Cuore dell’ISS,
ispirato ad un approccio globale e non alla semplice somma dei singoli fattori
(eziologia multifattoriale della malattia cardiovascolare).
Ø
prevenzione secondaria: l’elenco delle condizioni cliniche
in cui le statine possono essere prescritte si è esteso fino a comprendere 5
categorie, vale a dire Coronaropatia documentata, Pregresso infarto del
miocardio, Pregresso ictus, Arteriopatia obliterante periferica e Diabete
mellito.
Evidenze e linee guida convergono sulla necessità che il
valore del colesterolo LDL nella prevenzione secondaria della malattia
aterosclerotica non debba superare i 100 mg/dl; tale obiettivo, nella maggior
parte dei casi, può essere raggiunto solo con misure di tipo farmacologico,
vale a dire la somministrazione di statine. Le linee guida NCEP/ATP III individuano alcune patologie nelle
quali il rischio è equivalente a quello della cardiopatia ischemica:
Ø
Diabete mellito
Ø
Arteriopatia periferica
Ø
Aneurisma addominale aortico
Ø
Malattia sintomatica della carotide
2-Obiettivi e metodo
Gli
obiettivi della ricerca erano tre:
1-Descrivere l’ epidemiologia dei pz. affetti da una
delle patologie comprese alla Nota AIFA n.13 per la prevenzione secondaria
degli eventi CV:
a) patologia
cardiovascolari “maggiori”: infarto e procedure di rivascolarizzazione (PTCA e
by-pass), TIA e stroke (esclusa l’emorragia cerebrale), claudicazio arti inf.
b) diabetici
ipertesi, senza complicanze cardiovascolari
c) diabetici
tipo I e II normotesi, senza complicanze CV
2-Verificare in quale misura venga registrato il
valore di LDL-colesterolo nei pz. affetti da a,b e c, in terapia o meno con
statine, nel corso dei 12 mesi precedenti, in relazione al target terapeutico
previsto dalle linee guida internazionali.
3-Confrontare il numero di pz. in trattamento con
statine in prevenzione primaria e secondaria, nello stesso periodo, come
indicatore approssimato di appropriatezza prescrittiva.
I medici partecipanti, dopo una fase preliminare di
allineamento degli archivi secondo i codici pre-definiti, durata due mesi
circa, hanno proceduto all’estrazione dei dati dalle cartelle cliniche
computerizzate (programma MilleWin della Datamat di Firenze) tramite
interrogazioni SQL ad hoc, avvenuta nella seconda metà del mese di ottobre
2006. Gli assistiti affetti da più di una patologia (ad esempio diabetici con
pregresso infarto) sono stati assegnati alla categoria di maggiore gravità
clinica, ovvero al gruppo caratterizzato da un pregresso evento CV.
3-Risultati
Hanno partecipato alle ricerca 10
MMG, operanti in diverse località della provincia di Brescia, per un numero
complessivo di 13630 assistiti, così suddivisi in base alle classi anagrafiche:
§
Classe 1 (fino a 14 anni) 335 assistiti pari al 2.4 %
§
Classe 2 (da 15 a 65 anni) 10320 assistiti pari al 75.8 %
§
Classe 3 (oltre 65 anni) 2981 assistiti pari al 21.8 %
Sulla popolazione complessiva di 13630 assistiti i pazienti affetti da
una delle patologie comprese nella Nota 13 erano così suddivisi (prevalenza sul
totale e tra parentesi in % rispetto al sottogruppo)
La prevalenza dei pazienti diabetici, sia normotesi che
ipertesi, è inferiore al dato medio nella popolazione generale, attestato tra
il 5 e il 6%, poiché una quota di
diabetici è stata assegnata alle categorie di pazienti con un pregresso evento
CV.
Sul totale di 13360 assistiti i pazienti che rientrano
potenzialmente nella Nota 13 per quanto riguarda la prevenzione secondaria sono
risultati 1136 per all’8.33%. Di questi 554, pari ad una prevalenza del 4.1%,
sono effettivamente risultati in trattamento con statina (criterio adottato:
almeno una prescrizione di una farmaco nell’ultimo anno) mentre il numero
complessivo di pazienti in terapia con una statina, sia in prevenzione primaria
che secondaria, è risultato di 846 per una prevalenza del 6.3%.
I 554 assistiti in trattamento con una statina per la prevenzione
secondaria sono risultati il 54% di tutti gli assistiti affetti dalle patologie
previste dalla Nota 13 AIFA in prevenzione secondaria. La percentuale di
pazienti in trattamento con statina rispetto al totale di ogni sottogruppo
variava dal 71% delle patologie coronariche al 21.9% dei diabetici normotesi.
Su 1136 assistiti compresi nella Nota 13 solo 348, pari al 30%, avevano la in cartella almeno una
registrazione del colesterolo-LDL risalente a 12 mesi precedenti la ricerca.
Tra costoro la % di pazienti a target terapeutico, ovvero con
LDL-colesterolo<100 mg/dl, variava dal 60% dei coronaropatici al 40% circa
dei diabetici ipertesi, con una media vicina al 50%.
Il confronto tra pz. in trattamento con statina per la prevenzione
primaria e secondaria è a favore della secondaria, con un rapporto di 2/3 a
1/3. Tale percentuale si discosta in misura significativa rispetto ai dati
dell’Osservatorio nazionale OsMED sulla prescrizione di statine, che hanno
fatto registrare una percentuale di poco superiore al 50% di pz. in prevenzione
secondaria.
4-Conclusioni e commento
Le prevalenza delle patologie comprese nella Nota 13
supera di poco l’8% ed è in accordo con il valore atteso stimato dall’
Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Italiano. La prescrizione di
statine nei pz. che potenzialmente potrebbero trarre beneficio da tale trattamento
è di poco inferiore al 50%, con una punta massima del 71% tra gli infartuati e i soggetti sottoposti a
rivascolarizzazione miocardica. La bassa percentuale di diabetici, senza
precedenti eventi, trattati con statina (21,9%) potrebbe essere in relazione a
livelli di colesterolemia già registrati inferiori ai valori target stabiliti
dalle linee guida.
Per quanto riguarda l’obiettivo terapeutico stabilito
dalle linee guida sono emersi due dati significativi: la riduzione del
colesterolo-LDL al di sotto dei 100 mg viene raggiunta in una percentuale
accettabile dei coronaropatici (60%) mentre tra i diabetici tale percentuale
appare insoddisfacente (40%). In due sottogruppi (diabetici ipertesi e pz.
affetti da arteriopatia obliterante agli arti inferiori) il colesterolo-LDL si
colloca tra i 100 e i 130 mg/dl.
Peraltro la richiesta e la registrazione del colesterolo-LDL non appare
soddisfacente in quanto oltre il 2/3 degli assistiti che rientrano nelle
categorie della Nota 13 in prevenzione secondaria non hanno tale dato in
cartella.
I 2/3 delle statine prescritte sono rivolte alla
prevenzione secondaria degli eventi CV. Tale percentuale si colloca in
posizione intermedia rispetto ai dati dell’osservatorio Osmed (53%) e a quello
di una ricerca analoga condotta nell’ASL di Genova, su un campione di 389 MMG
con oltre 17000 assistiti in trattamenti ipolipemizzante, che ha fatto
registrare una prevalenza del 2,85% delle prescrizioni in prevenzione
secondaria e dell’1,10% in primaria.
In complesso i dati raccolti dimostrano che vi sono ancora
margini per migliorare l’appropriatezza della prescrizione di statine e della
gestione della prevenzione secondaria degli eventi cardiovascolari. In
particolare una considerevole percentuale di assistiti appartenenti alle
categorie previste dalla Nota 13 appare sottotrattata, mentre la prescrizione
del colesterolo-LDL come parametro di riferimento per la prescrizione dei
farmaci ipocolesterolemizzanti è ancora insufficiente.
Nel momento in cui nell’ambito della sanità pubblica, a
seguito di interventi di monitoraggio delle prescrizioni, si afferma
l’equazione appropriatezza=rispetto delle medie finanziarie la ricerca (inappropriatezza=superamento dei tetti di
spesa) la ricerca tende ad accreditare una diversa concezione. Secondo
un’opposta corrente di pensiero una prescrizione è appropriata quando è rivolta
ad assistiti che presentano caratteristiche cliniche omogenee rispetto alle
popolazioni in cui sono stati sperimentati i farmaci. In questa prospettiva la
ricerca dimostra che vi sono probabilmente fenomeni di inappropriatezza
prescrittiva per difetto, per quanto riguarda la prevenzione secondaria delle
malattie cardiovascolari in alcune categorie di assistiti.
5-Bibliografia
-AA VV, Prevenzione Cardio Vascolare in M.G., Hippocrates,
2006
-AAVV, Rapporto Sanità 2004: l’appropriatezza in sanità,
Il Mulino, Bologna 2005
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-Il Progetto Cuore- Studi longitudinali. Italian Heart Journal 2004: 5
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-Contursi V., Malattie cardiovascolari e
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-Heart Protection Study Group. Heart Protection Study of cholesterol lowering
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-Linee Guida sulla prevenzione
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-L’uso dei farmaci in Italia nel 2005. Il sesto rapporto
nazionale dell’OsMed, Bollettino di Informazione sui farmaci, N. 2/2006